Classica

Il mondo della lirica piange Sergio Segalini

Sergio Segalini
Sergio Segalini

Si è spento a Parigi il maestro Sergio Segalini, uno dei protagonisti delle scene liriche e musicali italiane degli ultimi trent'anni. Aveva 73 anni.

E' stato uno dei protagonisti delle scene liriche e musicali italiane degli ultimi trent'anni, Sergio Segalini, che si è spento a Parigi qualche giorno fa all'età di 73 anni. Apparsa su alcuni siti online francesi, la notizia della sua morte è poi rimbalzata in Italia, destando grande compianto nel mondo musicale.

Una vita intensa, sempre immerso nella musica

Nato nel 1944 a Castell'Arquato in provincia di Piacenza, Sergio Segalini aveva intrapreso gli studi letterari in Italia, per poi trasferirsi in Francia dove si era laureato in musicologia all'Università parigina della Sorbona. Presto aveva intrapreso l'attività di critico musicale ed in seguito anche quella di produttore radiofonico; nel 1979, solo trentacinquenne, aveva ottenuto la carica di caporedattore della prestigiosa rivista Opera International, collaborandovi per oltre 20 anni.

In seguito la sua carriera si è costantemente suddivisa tra musicologia, giornalismo musicale, insegnamento: in Italia, tra l'altro, ha tenuto corsi musicali all'Accademia Rossiniana di Pesaro e all'Accademia Lirica di Osimo. Esperto di vocalità, in particolare sei-settecentesca, ha pubblicato innumerevoli saggi sull'argomento. Molto importanti sono anche le monografie da lui dedicate a personaggi chiave dell'opera del '900 come Maria Callas, Elizabeth Schwarzkopf e Ruggero Raimondi.


Un organizzatore infaticabile, un ricercatore curioso

Fondamentale è stata infine la sua attività di curatore di eventi musicali, esercitata attraverso vari incarichi direttivi. Succedendo a Rodolfo Celletti - che ne aveva individuato le potenzialità e ne aveva auspicato la nomina - Segalini ha diretto il Festival della Valle d'Itria per ben 16 anni, dal 1994 al 2009, portandolo a livelli altissimi ed allargandone le scelte di repertorio con titoli insoliti ma intriganti. Dal 2003 al 2006 è stato responsabile artistico del Teatro La Fenice di Venezia, soffrendo la dislocazione degli spettacoli al PalaTronchetto, ma avendo infine la soddisfazione di inaugurare la sala ricostruita dopo il rogo con La traviata curata da Robert Carsen, e di portarvi la spettacolare Tetralogia wagneriana con la direzione di Jeffrey Tate e la regia ancora di Carsen.

Organizzatore infaticabile, Segalini ha ricoperto nel tempo incarichi di responsabile artistico e/o musicale al Teatro Ponchielli di Cremona, al Comunale di Bologna, al Carlo Felice di Genova, al Teatro alla Scala, al Festival di Spoleto, al Festival Monteverdi di Cremona. Clamorosa è rimasta la querelle con il Teatro San Carlo di Napoli, dove era stato chiamato da Riccardo Muti, col quale aveva collaborato a lungo a Milano. Nominato a luglio 2010, venne bruscamente allontanato dopo solo sei mesi di lavoro per motivi alquanto banali.

”Non ho mai favorito un particolare tipo di repertorio - disse Segalini in un'intervista del 2006, rispondendo all'accusa di seguire solo i gusti personali – ho semplicemente la tendenza a favorire un certo repertorio meno conosciuto (…) Tutti sanno quali sono le grandi opere. Io penso che il nostro ruolo è quello di far capire alla gente che non ci sono solo quelle, ma anche dell'altro”.